Il rifugio Adèle Planchard
« Mantenere un accesso pedestre sui versanti scoscesi e glaciali della « Grande Ruine » è una sfida che le guardie-istruttori e gli operai del parco devono accettare ad ogni primavera. L’itinerario di accesso a Adèle Planchard necessita di una giornata di lavoro per purgare il sentiero dalle pietre che lo ingombrano e per mantenere i cavi apposto nelle parti più scoscese. Quel giorno, il sentiero deve essere chiuso alla circolazione il che disturba a volte la camminata di approccio degli escursionisti ed alpinisti che non vedono l’ora di finire ! »
Cyril Coursier, Tecnico patrimonio al Parco nazionale
Descrizione
Dal parcheggio della Gravière, seguire il fondo del vallone sulla riva destra passando da un ottimo sentiero che varca il passo di Anna Falque. Il bivio che divide il cammino tra i rifugi dell’Alpe e Adèle Planchard è segnato bene. Prendere a destra e seguire questo lungo cammino attraversando il « Plan de l’Alpe ». Un pezzo importante di piano sulla riva destra nel fondo del vallone, seguito da una breve rampata sulla riva sinistra, porta su un piano erboso. Un chilometrino di traversata prepara l’ascensione tortuosa attraverso le barre rocciose attrezzati di cavi in certi punti. Fare il pieno in acqua, non ce n’è più in alto. Ai piedi dell’ultima sporgenza, un’immensa pietraia che conviene risalire senza smarrirsi. Infine, il rifugio Adèle Planchard appare su una cresta protetta dalle valanghe che domina questo spazio minerale. Tornare dallo stesso itinerario.
- Partenza : Le pont d'Arsine, Villar d'Arêne
- Comune attraversato : Villar-d'Arêne
8 I patrimoni da scoprire
- Storia
La valle della Romanche, Charles Bertier
Fonte di ispirazione per gli artisti di montagna la Romanche fu soggetto, nel corso degli anni, di molti dipinti. Ispirò a Charles Bertier (1860-1924) la Vallée de la Romanche au Pied-du-Col e Les Fréaux près de La Grave, due oli su tela realizzati nel 1894. Iniziato alla pittura paesaggistica da Jean Achard e ai paesaggi di montagna dall’abate Guétal, questo artista originario di Grenoble non esitò a piazzare il suo cavalletto sulle più alte cime delle Alpi del delfinato per compiere la sua missione di “far comprendere la montagna” ai contemporanei. - Flora
Aquilegia delle Alpi
Dissimulata ai piedi di un mazzo di rododendri, incastrata tra un ghiaione e gli inizi di un prato, l’aquilegia della Alpi è una specie poco frequente, il cui fulgore uguaglia la rarità. Non sfioratela, altrimenti perderà tutti i suoi petali. Delle foglioline con strette incisioni, riunite due volte per formare umili foglie,, issano sopra lo stelo alcune giovani gemme ancora lattiginose e magnifici fiori largamente spiegate, frammenti di azzurro spersi nel vegetale. I fiori dell’aquilegia sono gli unici a possedere cinque speroni, estremità di cinque petali fatti a coni, custoditi da cinque sepali a forma di lancia. - Storia
Vallone dell’Alpe
Gli alpinisti apprezzano da molto tempo il vallone dell’Alpe. Da sempre, fu un luogo di bivacco e di partenza per alcune gare classiche del massiccio degli Ecrins. La prima ascensione della montagna degli Agnelli fu realizzata dalla famosa cordata Coolidge-Almer proprio passando dalla calotta. Subito dopo, il 17 luglio del 1873, realizza la prima traversata del colle della Casse Déserte e l’ascensione della Punta Brevoort alla « Grande Ruine ». - Storia
Sfruttamento delle miniere
Il vallone non è stato solo un centro d’interesse per i botanici e per gli alpinisti. Conserva tutt’ora le tracce di uno sfruttamento minerario. Tra il 1835 e fino all’inizio della Prima Guerra mondiale, dalle trenta alle quaranta persone lavoravano all’estrazione del minerale, essenzialmente il rame, sui pendii di Chamoissière. Un molino minerario permetteva di macinare il merale. Giace sul sito, completo ma rotto. - Fauna
Piccolo Apollo
Un fruscio appena percettibile nell’erba brinata del mattino tradisce la presenza di una farfalla disturbata dai nostri passi ed incapace di usare le sue umide ali. Alcuni trasalimenti delicati ed eccolo, aggrappato ad un’erba secca, poi, con degli spasmi successivi, apre lentamente la sua vela di madreperla quasi traslucida al sole, esponendo finalmente la totalità della sua trermante anatomia. Il picollo Apollo, raro e protetto – la sua cattura ed il suo trasporto sono dunque vietati – è lì, sotto i nostri occhi, con il suo miniscolo ocello rosso sul bordo di ogni ala anteriore, e le sue antenne, finemente rigate di nero e di bianco. - Storia
Capanna « à Charlin »
Questa capanna costruita sotto un grosso masso permetteva una volta di stoccare il materiale e gli animali uccisi a caccia da una squadra di cacciatori che noleggiavano il vallone della « Plate des Agneaux ». Alla creazione del Parco nazionale, l’edificio fu abbandonato. Oggi, la caccia è sempre vietata nel cuore del Parco, mentre è regolamentata nella zona di adesione del « Parc national des Ecrins ». - Architettura
Muro tromba
A quota quasi 3200, gli edifici non sono allacciati all’elettricità della « città ». Bisogna quindi essere efficaci nel campo dell’energia. All’epoca della costruzione del nuovo rifugio, all’inizio degli anni ’80, gli architetti hanno quindi attrezzato la facciata sud dell’edificio di un muro tromba. Questo tipo di muro è fatto di un lato in calcestruzzo o in pietra, con una forte inerzia termica, sormontata da una vetrata che crea un effetto serra. Di giorno, il muro riceve e conserva il calore del sole. Di notte, questo calore viene restituito grazie ad una circolazione di aria. Questo sistema permette di scaldare la stanza principale del rifugio ad un costo poco elevato. - Rifugio
Rifugio Adèle Planchard
Il nome del rifugio cela una vecchia storia. La Signora Adèle Planchard, alpinista della prima ora, si è spenta nel 1925, legando una somma importante alla « Société des touristes dauphinois » (STD per la costruzione del rifugio. Siccome il « Touring Club de France » aveva finanziato l’apertura del sentiero, il trasporto dei materiali si fa a schiena di mulo e d’uomo con l’aiuto dei militari basati a Briançon, e delle guide della valle. Il primo inverno del 1926 annienta tutto il lavoro dell’estate. Il 7 agosto del 1927, a forza di coraggio e di abnegazione, questi uomini offrono alle future generazioni il privilegio di poter aprire la porta del rifugio Adèle Planchard sulle facciate nord di « Roche Faurio ». Inaugurato nel 1984, un nuovo rifugio si è sistemato vicino a quello vecchio.
Bollettino meteorologico
Profilo altimetro
Zone di sensibilità ambientale
Aquila reale
- Aree di attività interessate :
- , ,
- Periodi di sensibilità :
- genfebmaraprmaggiulugago
- Contatto :
- Parc National des Écrins
Julien Charron
julien.charron@ecrins-parcnational.fr
Raccomandazioni
En alpage, les chiens de protection sont là pour protéger les troupeaux des prédateurs (loups, etc.).
Lorsque je randonne, j’adapte mon comportement en contournant le troupeau et en marquant une pause pour que le chien m’identifie.
En savoir plus sur les gestes à adopter avec le dossier Chiens de protection : un contexte et des gestes à adopter.
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Luoghi di informazione
Casa del Parco dello Briançonnais
Place Médecin-Général Blanchard, 05100 Briançon
Accesso stradale e parcheggi
Dalla Grave, prendere la D1091 in direzione di Villar d’Arêne. Prendere a destra sulla D207. Al bivio, girare a destra verso « Le Palun ». Attraversare sul ponte di Arsine e parcheggiare sul parcheggio sulla destra.
Parcheggio :
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