Il vallone di Navette
In una calda giornata estiva, su un sentiero ombreggiato, i ruderi della frazione di Navette, la sua cappella restaurata, antiche terrazze di cultura oggi rimboscate, e la “via clause” si lasciano scoprire e permettono di impregnarsi della vita di una volta.
Descrizione
Al parcheggio di Fouronnière, varcare il ponte di pietra poi un secondo di legno alla fine di una breve salita, per andare al paese diroccato di Navette. Attraversare Navette e proseguire sulla pista attraverso la foresta di larici poi di epicee, per raggiungere rapidamente la prateria di Buissard. Alla sua estremità, la cascata di Buchardet si lascia scoprire sulla sinistra. Un sentierino scosceso permette di avvicinarla meglio. Attraversare il torrente su un ponte di legno e proseguire nella foresta di larici prendendo un sentiero murato di pietre (« via clause ») prima di ridiscendere di nuovo per attraversare il torrente di Navette e passare sull’altro versante del vallone. Al bivio, prendere a destra per tornare al parcheggio di Fouronnière tramite un sentiero in balconata a strapiombo sul torrente di Navette.
- Comune attraversato : La Chapelle-en-Valgaudemar
22 I patrimoni da scoprire
- Flora
« Dorine » dalle foglie alterne (chrysosplenium alternifolium)
Il « chrysosplenium alternifolium » possiede piccole foglie opposte di un giallo verde. La si incontra fino a quota 1900 vicino a rocce umide, stillicidi e sottoboschi freschi. - Architettura
Casa di Fouronnière
La casa di Fouronnière è l’unica casa della frazione ancora nello stato di origine, con la stalla e l’abitazione con le volte, il forno ed il granaio. Il muro dietro la casa permetteva di resistere alle valanghe. - Architettura
Abitare il pendio
Le costruzioni raggruppate erano disposte a gradini sul pendio del versante soleggiato. Si tratta del compromesso migliore per trarre vantaggio di un bel soleggiamento e rimanere distanti dalle valanghe, senza togliere troppo spazio alle terre coltivate. In genere, l’edificio serviva sia di abitazione, di ovile, e di luogo di stoccaggio per le derrate ed il foraggio. I volumi dedicati all’allevamento erano molto più grandi di quelli destinati all’abitazione (solo il 15%). - Picolo patrimonio
Ponte Bonet
Una volta, il ponte Bonet permetteva di attraversare il torrente di Navette. Con l’abbandono della frazione nel 1930, il ponte di legno non ha resistito ai danni del tempo. - Flora
Gagea lutea (« gagée jaune »)
La gagea lutea possiede grandi e larghe foglie che la distinguono dalle altre gagee. Cresce principalmente nei boschi. Fiorisce a partire dal mese di aprile. Così come il suo nome lo indica, il suo fiore è giallo. Questa specie vegetale è protetta sull’insieme del territorio francese.
- Architettura
Restauro della cappella di Navette
L’edificio è stato restaurato in conformità con la sua volumetria originale e secondo degli archivi fotografici. Per rispettare al meglio la memoria della cappella, l’ossatura ed il pavimento sono stati realizzati in legno di larice prelevato sul posto. Le tegole del tetto sono invece state importate. Frammenti di calcestruzzo sono stati rinvenuti ai piedi dei muri e hanno permesso di determinare il colore originale del rivestimento. Un rivestimento di latte di calce pigmentato (« chaullage ») è stato applicato sul pignone e sullo zoccolo. Dettaglio importante dell’architettura religiosa del Valgaudemar, l’oculo, anche chaimato « occhio di bue » è stato conservato così com’era. - Architettura
Cappella di Navette
Con l’abbandono della frazione nel 1930, la cappella di Navette non ha sopravvissuto ai danni del tempo. All’inizio degli anni ’80, non rimaneva altro che il pignone campanile, pronto a crollare. Il 23 giugno del 1985, degli ex abitanti di Navette organizzarono un pellegrinaggio per la « Saint Jean Baptiste », patrono di Navette. Grazie agli attori territoriali ed agli amici di Navette, un progetto di ricostruzione fu condotto. Il 7 giugno 2002, il vescovo di Gap ha inaugurato l’edificio. Da allora, la frazione rinasce ogni prima domenica di luglio. Una messa viene organizzata nella cappella. Persone anziane ed innamorati di Navette vi si ritrovano intorno ad un picnic. - Architettura
"Toune"
La « toune » è un’arcata che si trova sulla facciata principale di un’abitazione. Riparava i materiali stoccati come la legna e serviva da protezione all’entrata delle bestie e a volte degli uomini/ Il più delle volte veniva rivestita di bianco per riflettere la luce del sole. Gli abitanti vi si sistemavano per realizzarvi dei lavoretti (ricamo, rammendo…). - Architettura
« Pas de moineau » (passo di passero)
Il pignone « a redents » o a « passo di passero », attesta la copertura anteriore. Questa specificità architettonica si associa alla tecnica di copertura di paglia di segale. Un muro sporgente « a redents » compone il « passo di passero ». Delle tegole sporgenti vengono posate leggermente in pendio sul pignone per proteggerlo contro le infiltrazioni dell’acqua, per preservare lo zoccolo di raccordo tetto-muro e per evitare che il vento sollevi la paglia. Associato al cammino, il pignone « a redents » limita il propagarsi degli incendi. - Architettura
Tetto di paglia
La copertura delle case e delle « dépendances » varia secondo le epoche. Il tetto di paglia è costituito di materia vegetale come la paglia di segale usata una volta a Navette. Presenta il vantaggio di essere un buon isolante termico. Però ; dopo terribili incendi, la paglia è meno usata delle tegole, provenienti principalmente dalla cava della Buffe. - Storia
Storia di Navette
La vita a Navette fu difficile.Nel 1895, le case dal tetto di paglia prendono fuoco. Poi, nel 1914, la frazione è allagata. Per due volte di seguito, gli abitanti di Navette perseverano e ricostruiscono le abitazioni. Però, dopo la seconda inondazone del 1928, gli abitanti si scoraggiano. Lasciano quindi Navette e cedono le loro terre all’ONF che aveva iniziato un importante programma di rimboscamento. Alcune persone anziane hanno mantenuto questo legame con la loro terra di origine. Così, ogni prima domenica di luglio, Navette rivive. - Storia
Vivere una volta a Navette
Una volta, gli abitanti andavano a raccogliere la legna nei dintorni, a volte molto in alto e bisognava quindi riscendere con dei carichi di diversi chili sulle spalle. Gli abitanti di Navette possedevano poco, sette a otto mucche per quelli che stavano meglio, alcune capre, pecore o maiaili per altri. Gli ovini ed i porcini venivano fatti ingrassare per essere ammazzati in autunno. - Picolo patrimonio
« Via clause »
La « via clausa » è un sentiero che costeggia i campi coltivati. Passaggio obbligato per i pastori ed i loro greggi, la via clausa è fiancheggiata da muretti che delimitano un sentiero cavo. Il cammino contiene così le bestie che salgono negli alpeggi. Questi muretti sono costruiti con delle pietre raccolte nei campi dei dintorni. - Flora
Larice
Il larice è il simbolo delle Alpi di luce, e l’albero di ogni uso, dalla fontana alla trave di colmo di un tetto. È un baluardo vegetale contro le valanghe e l’erosione. Si accontenta di condizioni ostili alla vita ma non sopporta la concorrenza degli altri alberi. I suoi aghi setacciano la luce ed incoraggiano in questo modo il pascolo ed una ricca fioritura. - Acqua
Cascata di Buchardet
Scendendo dal vallone sospeso del « jas de la Lauze », al livello di una soglia glaciale, il torrente di Buchardet ha scavato una gola di « raccordo » sottoglaciale tra i 1.700 e i 1.400 m di altitudine, attraverso lo zoccolo cristallino composto da migmatiti o gneiss, rocce metamorfiche che hanno subito una fusione parziale. Questa gola di allacciamento collego il circo glaciale sospeso del « Cros du Jas de la Lauze » alla valle glaciale principale, scavata più profondamente e drenata dal torrente di Navette. Il fianco più ripido del trogolo glaciale di Navette viene varcato a « cascata » dal torrente del « Cros du Jas de la Lauze ». L’erosione è stata facilitata dalle rocce che qui sono « milonitizzate » o stritolate in un fuso di roccia schiacciata dai movimenti tettonici, che si stende da « Tête virante » a Buchardet. - Fauna
Merlo d’acqua
Il merlo d’acqua è facile da osservare purché si sia discreti. Vive lungo i fiumi e i torrenti di montagna. Uccellino rosso e grigio, dalla coda corta, ha il becco sfilato, una macchia bianca dal mento al petto. Questo sorprendente passera ha la particolarità di camminare al fondo dell’acqua, a controcorrente, alla ricerca di cibo. Si appiattisce e si aggrappa al fondo con le dita, apre gli occhi, protetti dall’onda da una fine membrana e individua così vermi, larve, piccoli crostacei e pesci. - Fauna
Picchio nero
Questo strano uccello nero dal casco rosso e dal lungo becco chiaro è il picchio più grande delle Alpi. È difficile da osservare perché è molto solitario e sfiducioso. Per`, grazie ai numerosi indizi che rivelano la sua presenza, è possibile identificare il suo canto e le sue grida tipici e sonori. Tambureggia senza tregua per difendere il suo territorio o per trovare degli scoliti o delle formiche carpentieri. - Fauna
Aquila reale
L’aquila reale viene annoverata nelle speci rare e protette d’Europa. La sua altezza, il suo colore scuro, le sue ali rettangolari ed i suoi frequenti spostamenti in aria, permettono di identificarla facilmente. Nelle ore calde del giorno, rotea regolarmente in aria approfittando del vento per innalzarsi. Grazie alla sua ottima vista, l’aquila reale scruta i dintorni alla ricerca di una marmotta imprudente o di un giovane camoscio. In inverno, preleva regolarmente il suo cibo su dei cadaveri di animali. - Fauna
Capriolo d’Europa
Animale dei confini, è sul limitare del bosco, all’alba ed al crepuscolo, che il capriolo si lascia intravedere, in particolare d’inverno quando gli animali si raggruppano in piccoli branchi. Nella penombra, talvolta vengono traditi dal loro specchio, quella macchia bianca sotto la coda, a forma di cuore per la femmina e di fagiolo per il maschio. Fine, agile e veloce, il capriolo è molto discreto ma lascia l’impronta dei suoi fragili zoccoli sulla neve o il fango fino al piano alpino. Lo si può reperire anche dalla « voce », forte dato che emette un latrato potente quando lo si disturba. All’inizio della sua vita, il cerbiatto è coperto di macchie bianche che lo mimetizzano. Questo « bambi » rimane molto spesso sdraiato nell’erba. Se ne scoprite uno, non toccatelo : non è abbandonato. - Fauna
Piccolo Apollo
Un fruscio appena percettibile nell’erba brinata del mattino tradisce la presenza di una farfalla disturbata dai nostri passi ed incapace di usare le sue umide ali. Alcuni trasalimenti delicati ed eccolo, aggrappato ad un’erba secca, poi, con degli spasmi successivi, apre lentamente la sua vela di madreperla quasi traslucida al sole. Le sue ali bianche posseggono un minuscolo ocello rosso. Questa farfalla è una specie rara e protetta. - Fauna
Camoscio
Animale emblematico delle Alpi, il camoscio o « capra delle rocce » indossa delle piccole corna nere e uncinate. Alla stregua dello stambecco, è più facile da osservare col binocolo. Le capre ed i giovani maschi di un anno (« éterlous ») formano volentieri dei grandi gruppi ; al contrario, i maschi rimangono piuttosto isolati e raggiungono le femmine solo alla stagione degli amori. In inverno, i camosci hanno bisogno di molta quiete, perché dovranno sopravvivere risparmiando le loro riserve di grasso.Rimanendo sul sentiero il camoscio è facilmente osservabile sul versante opposto. - Fauna
Trota fario
La trota fario è un pesce di montagna per eccellenza. Vive nei corsi d’acqua freschi e ricchi di ossigeno. Non sopravvive ad una temperatura superiore ai 18°C. Come tutti i Salmonidi, possiede una pinna adiposa, situata tra la dorsale e la caudale, una testa dal muso appuntito ed una bocca guarnita di dentini. Il suo abito è di un colore chiaro, macchiettato di puntini rossi e neri.
Bollettino meteorologico
Profilo altimetro
Zone di sensibilità ambientale
Aquila reale
- Aree di attività interessate :
- , ,
- Periodi di sensibilità :
- genfebmaraprmaggiulugago
- Contatto :
- Parc National des Écrins
Julien Charron
julien.charron@ecrins-parcnational.fr
Raccomandazioni
En alpage, les chiens de protection sont là pour protéger les troupeaux des prédateurs (loups, etc.).
Lorsque je randonne, j’adapte mon comportement en contournant le troupeau et en marquant une pause pour que le chien m’identifie.
En savoir plus sur les gestes à adopter avec le dossier Chiens de protection : un contexte et des gestes à adopter.
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Luoghi di informazione
Casa del Parco dello Valgaudemar
Ancien Asile Saint-Paul, 05800 La Chapelle-en-Valgaudemar
Accesso stradale e parcheggi
A 21 km du Saint Firmin passando dalla D58, la D985a fino a « la Chapelle » e girare a destra su una via stretta in direzione della frazione delle Portes poi raggiungere Fouronnière. Fra la frazione delle Portes e Fouronnière, l’accesso si fa passando da una pista non catramata.
Accessibilità
- Livello di accessibilità :
- Numero di emergenza :
- 114
Autore
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