Il lago Gary per le Vet
L’itinerario parte dal punto più basso del territorio del Parco nazionale, a 800 m di quota. Questa passeggiata, lunga e impegnativa, permette di attraversare tutti i livelli della vegetazione alpina. L’ascensione lungo la Tête du Vêt e attraverso la Brèche de Gary offre scorci panoramici su gran parte degli Ecrins, sul Devoluy, il Vercors e il Grand Armet.
Descrizione
- Partenza : Entraigues
- Comune attraversato : Entraigues, Le Périer e Valjouffrey
11 I patrimoni da scoprire
- Flora
Flora dei ghiaioni
La flora dei ghiaioni cristallini di bassa altitudine è adatta alle temperature molto elevate dovute non solamente al sole ma anche alla struttura del suolo. Qui, le pietre scure si sono accumulate nel pendio, orientate come pannelli solari a formare un insieme propizio allo stoccaggio dell’irraggiamento. Le rose di macchia di ogni tipo, gli arbusti spinosi ed i cardi sono abituati a questo ambiente, ma anche la silene armeria e la jasione montana.
- Fauna
Lucertola verde e lucertola delle muraglie
Due varietà di rettili a zampe soggiornano vicino al sentiero. Rapidi come il lampo, questi piccoli sauri evitano la vostra presenza pur segnalando la loro. Uno di loro, lungo una trentina di centimetri, impressiona con la sua misura ed il suo abito di un verde azzurrato ; è la lucertola verde. Un altro, rossiccio, molto più piccolo e molto comune, ha un nome che gli si addice perfettamente : è la lucertola delle muraglie. Ambedue vivono principalmente di insetti e svernano durante la stagione fredda. - Flora
Faggete e funghi
A partire da 1300m di altitudine, un’inaspettata foresta appare, fatta di alberi tortuosi, ramosi, e dalla corteccia liscia e grigia. Alcuni faggi si sono raggruppati lì, e proiettano la loro ombra su un pendio meno ostile. Formano una faggeta secca su terreno acido, la cui caratteristica è di accogliere pochissime piante da fiori. Camminando, si fa scricchiolare uno spesso tappeto di foglie secche e di rare erbe lucciole in estate, nonché, per fortuna, di funghi porcini di Bordeaux e di trombette dei morti a fine autunno.
- Flora
Uva ursina e falsa erica
Le parti più elevate piuttosto spoglie ed esposte bene della gita sono ricoperte di aiule di arboscelli nani. Sono composte da uva ursina, o « busserole », dalle foglie persistenti e rotondette e dai piccoli frutti rossi. Alla fine dell’estate, non è insolito vedere apparire in mezzo a quei cespugli di fiori rsa, della falsa erica, anche chiamata « calluna vulgaris ». È esclusivamente calcifuga.
- Geologia e geografia
Spiliti
La traversata del sentiero in balconata in direzione dell’Ovile degli Agnelli ha la particolarità di essere dominata da un aspetto geologico abbastanza notevole. Dopo aver camminato a lungo sullo zoccolo cristallino del massiccio, potete scorgere sopra di voi la fine di questa natura di roccia segnata da un filone di origine vulcanica, nero violaceo, di qualche metro di altezza : delle spiliti. Posato su queste ultime, un immenso cono di calcare forma la cima di Vêt. Quest’aspetto geologico è visibile anche dalla strada provinciale a valle di Entraigues. - Fauna
Il gracchio corallino
Il gracchio corallino è un uccello sorprendente sotto diversi punti di vista. Vive vicino alle falesie e gioca con le nuvole, rompendo il silenzio con un grido breve e stridulo, quasi metallico. Eccitati dall’eco proveniente dalle pareti rocciose, i suoi compagni gli rispondono. Con passo sicuro e cadenzato il gracchio corallino percorre meticolosamente su e giù l’alpeggio alla ricerca di vermicelli e grilli. Con l’eccezione di qualche breve scappatella stagionale legata alla dipsonibilità di cibo, il gracchio corallino è un uccello sedentario. - Flora
Il pino cembro
Nella fascia superiore della vegetazione che si attraversa vive il pino cembro, che detiene il record di altitudine per una pianta resinosa. E’ facilmente riconoscibile dai lunghi aghi che crescono a gruppi di cinque. La nocciolaia si nutre dei semi nascosti alla base delle scaglie di un cono particolarmente resistente e li sparge favorendo così la diffusione della specie. Questa relazione vitale è un modello di alleanza di cui entrambi beneficiano. - Flora
Venturone di montagna
Il venturone è un piccolo uccello verde, giallo e grigio, che assomiglia al verdone di piccola taglia, ma il verso metallico che emette nel corso dei suoi brevi voli non lascia alcun dubbio. Se lo si osserva a lungo si noterà un grazioso grigio tendente al blu sulla testa e sui lati del petto. Con il volo ondulato tipico dei lunghi percorsi ricorda un cardellino e, proprio come lui, è sociale e si muove in piccoli gruppi per esplorare i cespugli di ortiche o i prati. - Fauna
L’avvoltoio
Questi grandi uccelli sono alla ricerca di carcasse di animali, morti a causa del rigido clima montano ai piedi delle rocce o dei canali valanghivi. In questo modo pulisono la montagna, evitando la propagazione di agenti infettivi. - Flora
Il miosotide nano
Tra la gran varietà di piante nane che popolano le creste ventose il re delle Alpi predomina, ragione sufficiente perché questo blu acceso prendesse il nome di “blu reale”. Questa pianta dai graziosi fiori blu cresce ad alta quota, fino a 3.750 m, sempre raggruppata a forma di cuscinetto, accucciata nelle fessure rocciose delle creste spoglie, spesso in compagnia del genepi e dell’andorsace e può vivere anche per decine di anni. Il miosotide nano (eritrichium nanum) è stato chiamato così dal botanico Schrader in ragione del suo aspetto vellutato e morbido: in greco erion significa lana e thrix capello. - Fauna
Il gipeto
Sopra l’alpeggio un enorme uccello dal portamento slanciato si avvicina, spinto dalla curiosità, con la coda a losanga: è di sicuro un gipeto, uno degli uccelli più grandi d’Europa, con un’apertura alare di 2,80 m. L’adulto ha il corpo chiaro e le ali strette, mentre gli esemplari giovani sono più scuri e hanno ali larghe. La dieta è costituita da ossa e, per poterle ingerire, il gipeto si alza in volo e le fa cadere su una pietra, rompendole. Ingiustamente accusato, un tempo, di rapire agnelli e bambini, il gipeto è stato a lungo perseguitato dall’uomo.
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Profilo altimetro
Raccomandazioni
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En alpage, les chiens de protection sont là pour protéger les troupeaux des prédateurs (loups, etc.).
Lorsque je randonne, j’adapte mon comportement en contournant le troupeau et en marquant une pause pour que le chien m’identifie.
En savoir plus sur les gestes à adopter avec le dossier Chiens de protection : un contexte et des gestes à adopter.
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Luoghi di informazione
Casa del Parco dello Valbonnais
Place du Docteur Eyraud, 38740 Entraigues
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Parcheggio :
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