Lago Labarre
L’escursione inizia in un mosaico di prati fioriti, pietraie disseminate con qualche albero, gigli rossi e asfodeli. Ben presto gli alberi finiscono per lasciare il posto a lussurreggianti prati attraversati dal torrente Fayolle. Appaiono allora l’alpeggio con la baita e i rilievi si addolciscono dopo gli ultimi salti rocciosi, che costituiscono lo zoccolo del piccolo circo glaciale che ospita il lago, circondato da un prato alpino in cui genziane e piccoli ranuncoli si raggruppano formando dei tappeti colorati.
Bernard Nicollet, guardaparco in Valbonnais
Descrizione
Attraversare la borgata di Valsenestre e girare a sinistra dopo la cappella. Incamminarsi sul sentiero che va in direzione ovest, salire sulla passerella sul Rif e seguire il sentiero balcone sulla valle del Béranger in direzione della valle di Combe Guyon. Dopo una ripida salita raggiungere il ruscello Fayolle e attraversarlo su una passerella, per continuare sulla riva destra. Dopo qualche tornante su un bel prato e una lunga traversata ascendente, si arriva all’alpeggio di Combe Guyon (possibile rifornimento d’acqua). Risalire il fondo della valle fino a quota 2082 m, attraversare il ruscello e con una larga curva del sentiero aggirare la fascia rocciosa. Il sentiero conduce rapidamente al lago Labarre. Tornare a Valsenestre seguendo lo stesso itinerario dell’andata.
- Partenza : Valsenestre
- Comune attraversato : Valjouffrey
13 I patrimoni da scoprire
- Flora
Il giardino alpino
Un appassionato di botanica che ha ormai una certa età creò oltre cinquant’anni fa un piccolo giardino alpino al centro del paese. Sebbene oggi sia meno curato, è ancora ricco di bellissimi colori e di molte piante meravigliose appartenenti alla flora alpina. - Storia
Il panorama su Valsenestre
Nel XIX secolo la frazione di Valsenestre era popolata da un centinaio di abitanti, la cui attività principale era l’allevamento. Nel 1851 l’apertura di una cava di marmo in fondo alla valle risalendo dal colle della Muzelle fu una fortuna inaspettata per il paese, che accolse i lavoratori e trasse beneficio dai lavori di ammodernamento della strada. La produzione di marmo cessò nel 1905. Fino al 1926 nel paese echeggiavano ancora le risate e le voci dei bambini e la scuola aveva ancora una trentina di allievi, ma qualche anno più tardi dovette chiudere e l’ultimo abitante del paese lo lasciò nel 1948. - Architettura
Un paese restaurato
Valsenestre è una frazione fiorita, restaurata in maniera superba, frequentata ormai da proprietari di seconde case e la strada non viene pulita dutante l’inverno. Il paese, abitato da un centinaio di persone, aveva una scuola propria (ora trasformata in gîte d'étape) che rimase aperta fino al 1936. Il paese fu completamente seppellito da una valanga nel XIX secolo. L’attività principale era l’allevamento ma l’apertura di una miniera di marmo nel 1840 portò ulteriori risorse con gli operai che si stabilirono nel paese. L’ultimo abitante stabile lasciò Valsenestre nel 1959. - Fauna
Lo stambecco delle Alpi e l’aquila reale
Reintrodotto nel Valbonnais nel 1989 e 1990, lo stambecco delle Alpi prolifera lentamente sulle cime del Valjouffrey. Una popolazione di una cinquantina di esemplari trascorre l’inverno sui versanti esposti al sole della valle di Valsenestre. Alcuni di loro attendono per diverse settimane le belle giornate sulle fasce rocciose di Peys, sopra al paese. L’aquila reale, a seconda degli anni, viene a costruire qui il suo nido sospeso e ad allevare il suo piccolo. Non è così raro vederla o sentirla dal sentiero. - Flora
Il fiordaliso rapontico
Questo gigante dei prati subalpini ha il portamento e le dimensioni del carciofo, con in più una grossa testa sferica di un rosa acceso bordata di scaglie color madreperla. Le sue enormi foglie, bianche e vellutate nella parte inferiore, permettono di identificarlo immediatamente. Manna che nutre numerosi tipi di coleottero, il suo capolino fa la felicità anche delle farfalle. Questa specie poco comune è protetta a livello nazionale, anche fuori dal Parco. - Fauna
La vipera aspis
Vittima di leggende e di una cattiva reputazione che si trascina dietro da secoli, molto raramente morde gli escursionisti. Questo rettile di cinquanta centimetri di media, dal naso all’insù e la pupilla nera, stretta e verticale, ama i versanti solatii e si rifugia nei mucchi di pietre e nella boscaglia spinosa, dove può facilmente catturare piccoli roditori e insetti. - Flora
Il giglio rosso
Grazie all’originalità e allo splendore del suo colore è facilmente visibile su cenge ripide e fasce rocciose. Il giglio rosso è un rocciatore avido di luce e calore, ma senza esagerare. Infatti fiorisce a inizio estate per evitare l’eccessiva calura. Ovviamente è vietato raccoglierlo nei Parchi nazionali di montagna, ma anche in molti dipartimenti, tra cui le Hautes Alpes, mentre altrove è possibile che la raccolta sia limitata da qualche ordinanza. - Fauna
La farfalla apollo
E’ tra le più belle farfalle diurne che si possano incontrare in montagna e il suo comportamento piuttosto tranquillo permette di osservarla facilmente. E’ affezionata ai vegetali qualificati come “cammelli”, quali il sempervivum e il sedum, che crescono in zone molto secche. La farfalla apollo deposita le uova su queste piante ospiti, da cui le larve trarranno il nutrimento necessario. - Flora
L’asfodelo bianco
Cresce in gruppi, spesso accanto a genziane gialle su pascoli dal terreno profondo. Il suo portamento, che lo fa sembrareun gran cero bianco, non passa di certo inosservato e i fiori raggruppati a forma di spiga fioriscono a turno nel corso di diverse settimane a inizio estate. Il tubercolo carnoso attira i roditori sotterranei e, sotto forma di farina, sarebbe stato utilizzato come nutrimento dai montanari nei periodi di carestia. - Pastoralismo
L’alpeggio di Combe Guyon
Da metà giugno a metà ottobre un gregge di pecore di proprietà di allevatori locali invade l’alpeggio di Combe Guyon. Riunendole intorno alla baita, il pastore le sorveglia, le conta e le cura. Questo spiega l’abbondanza di piante nitrofile, come ortiche e cardi scardaccei, che amano i terreni ricchi di letame. - Fauna
Il grifone
Questo enorme rapace con quasi tre metri di apertura alare frequenta da poco la montagna, grazie a un programma di reintroduzione della fine del XX secolo. In estate volteggia senza sosta in cielo alla ricerca di carcasse di pecore o di grandi mammiferi selvatici per farli a pezzi e nutrirsene. Questo impressionante rapace svolge un utile compito di tipo sanitario sugli alpeggi. - Fauna
Il codirossone
Comunemente chiamato merlo delle rocce, il codirossone maschio si nota per i suoi colori vivaci e contrastanti e per il suo melodioso canto. Trascorre l’inverno in Africa e l’estate sulle Alpi, scegliendo luoghi aperti al di sopra dei boschi, per cantare da posatoi rocciosi e nidificare nelle pietraie e negli anfratti della roccia. - Lago
Il lago Labarre
Questo lago di medie dimensioni, come molti altri nelle Alpi, si è fomato all’interno di una vasca o un circo glaciale quando i ghiacciai si ritirarono alla fine del XVIII secolo. Nel corso degli anni le acque si sono infiltrate tra le rocce più tenere e sono passate sotto quelle più dure. Il lago Labarre, con una superficie di un ettaro e mezzo e i otto metri di profondità, raccoglie le acque di fonte dei nevai circostanti sotto forma di ruscelli, carichi di fini detriti di roccia che rimangono sospesi nell’acqua e che conferiscono al lago il suo colore particolare.
Bollettino meteorologico
Profilo altimetro
Zone di sensibilità ambientale
Aquila reale
- Aree di attività interessate :
- , ,
- Periodi di sensibilità :
- genfebmaraprmaggiulugago
- Contatto :
- Parc National des Écrins
Julien Charron
julien.charron@ecrins-parcnational.fr
Aquila reale
- Aree di attività interessate :
- , ,
- Periodi di sensibilità :
- genfebmaraprmaggiulugago
- Contatto :
- Parc National des Écrins
Julien Charron
julien.charron@ecrins-parcnational.fr
Raccomandazioni
Evitare di avvicinarsi alla baita dell’alpeggio di Combe Guyon per non disturbare il pastore e i suoi cani.
En alpage, les chiens de protection sont là pour protéger les troupeaux des prédateurs (loups, etc.).
Lorsque je randonne, j’adapte mon comportement en contournant le troupeau et en marquant une pause pour que le chien m’identifie.
En savoir plus sur les gestes à adopter avec le dossier Chiens de protection : un contexte et des gestes à adopter.
Racontez votre rencontre en répondant à cette enquête.
Luoghi di informazione
Casa del Parco dello Valbonnais
Place du Docteur Eyraud, 38740 Entraigues
Trasporto
Bus da Transisère fino a Entraigues
Accesso stradale e parcheggi
D26 da La Mure, D117 a Entraigues e D117a a La Chapelle en Valjouffrey.
Parcheggio :
Autore
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