Lago Labarre
Le lac Labarre
Le lac Labarre - Xavier_and_Caroline - Parc national des Ecrins
Valjouffrey

Lago Labarre

Lago e ghiacciao
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Il colore verde pastello del lago Labarre contrasta con le rocce scure tutt’intorno. I ciuffi di colore bianco immaccolato delle linaigrette completano questo quadro unico e spettacolare.

L’escursione inizia in un mosaico di prati fioriti, pietraie disseminate con qualche albero, gigli rossi e asfodeli. Ben presto gli alberi finiscono per lasciare il posto a lussurreggianti prati attraversati dal torrente Fayolle. Appaiono allora l’alpeggio con la baita e i rilievi si addolciscono dopo gli ultimi salti rocciosi, che costituiscono lo zoccolo del piccolo circo glaciale che ospita il lago, circondato da un prato alpino in cui genziane e piccoli ranuncoli si raggruppano formando dei tappeti colorati.

Bernard Nicollet, guardaparco in Valbonnais


Descrizione

Attraversare la borgata di Valsenestre e girare a sinistra dopo la cappella. Incamminarsi sul sentiero che va in direzione ovest, salire sulla passerella sul Rif e seguire il sentiero balcone sulla valle del Béranger in direzione della valle di Combe Guyon. Dopo una ripida salita raggiungere il ruscello Fayolle e attraversarlo su una passerella, per continuare sulla riva destra. Dopo qualche tornante su un bel prato e una lunga traversata ascendente, si arriva all’alpeggio di Combe Guyon (possibile rifornimento d’acqua). Risalire il fondo della valle fino a quota 2082 m, attraversare il ruscello e con una larga curva del sentiero aggirare la fascia rocciosa. Il sentiero conduce rapidamente al lago Labarre. Tornare a Valsenestre seguendo lo stesso itinerario dell’andata.

  • Partenza : Valsenestre
  • Comune attraversato : Valjouffrey

13 I patrimoni da scoprire

  • Flora

    Il giardino alpino

    Un appassionato di botanica che ha ormai una certa età creò oltre cinquant’anni fa un piccolo giardino alpino al centro del paese. Sebbene oggi sia meno curato, è ancora ricco di bellissimi colori e di molte piante meravigliose appartenenti alla flora alpina.
  • Valsenestre
    Valsenestre - Marion Digier - PNE
    Storia

    Il panorama su Valsenestre

    Nel XIX secolo la frazione di Valsenestre era popolata da un centinaio di abitanti, la cui attività principale era l’allevamento. Nel 1851 l’apertura di una cava di marmo in fondo alla valle risalendo dal colle della Muzelle fu una fortuna inaspettata per il paese, che accolse i lavoratori e trasse beneficio dai lavori di ammodernamento della strada. La produzione di marmo cessò nel 1905. Fino al 1926 nel paese echeggiavano ancora le risate e le voci dei bambini e la scuola aveva ancora una trentina di allievi, ma qualche anno più tardi dovette chiudere e l’ultimo abitante del paese lo lasciò nel 1948.
  • Le village de Valsenestre
    Le village de Valsenestre - Pascal Saulay - PNE
    Architettura

    Un paese restaurato

    Valsenestre è una frazione fiorita, restaurata in maniera superba, frequentata ormai da proprietari di seconde case e la strada non viene pulita dutante l’inverno. Il paese, abitato da un centinaio di persone, aveva una scuola propria (ora trasformata in gîte d'étape) che rimase aperta fino al 1936. Il paese fu completamente seppellito da una valanga nel XIX secolo. L’attività principale era l’allevamento ma l’apertura di una miniera di marmo nel 1840 portò ulteriori risorse con gli operai che si stabilirono nel paese. L’ultimo abitante stabile lasciò Valsenestre nel 1959.
  • Aigle royal sur son aire
    Aigle royal sur son aire - Robert Chevalier - PNE
    Fauna

    Lo stambecco delle Alpi e l’aquila reale

    Reintrodotto nel Valbonnais nel 1989 e 1990, lo stambecco delle Alpi prolifera lentamente sulle cime del Valjouffrey. Una popolazione di una cinquantina di esemplari trascorre l’inverno sui versanti esposti al sole della valle di Valsenestre. Alcuni di loro attendono per diverse settimane le belle giornate sulle fasce rocciose di Peys, sopra al paese. L’aquila reale, a seconda degli anni, viene a costruire qui il suo nido sospeso e ad allevare il suo piccolo. Non è così raro vederla o sentirla dal sentiero.
  • Rhapontique scarieux
    Rhapontique scarieux - Cédric Dentant - PNE
    Flora

    Il fiordaliso rapontico

    Questo gigante dei prati subalpini ha il portamento e le dimensioni del carciofo, con in più una grossa testa sferica di un rosa acceso bordata di scaglie color madreperla. Le sue enormi foglie, bianche e vellutate nella parte inferiore, permettono di identificarlo immediatamente. Manna che nutre numerosi tipi di coleottero, il suo capolino fa la felicità anche  delle farfalle. Questa specie poco comune è protetta a livello nazionale, anche fuori dal Parco.
  • Vipère aspic
    Vipère aspic - Jean-Philippe Telmon - PNE
    Fauna

    La vipera aspis

    Vittima di leggende e di una cattiva reputazione che si trascina dietro da secoli, molto raramente morde gli escursionisti. Questo rettile di cinquanta centimetri di media, dal naso all’insù e la pupilla nera, stretta e verticale, ama i versanti solatii e si rifugia nei mucchi di pietre e nella boscaglia spinosa, dove può facilmente catturare piccoli roditori e insetti.
  • Lis orangé
    Lis orangé - Bernard Nicollet - PNE
    Flora

    Il giglio rosso

    Grazie all’originalità e allo splendore del suo colore è facilmente visibile su cenge ripide e fasce rocciose. Il giglio rosso è un rocciatore avido di luce e calore, ma senza esagerare. Infatti fiorisce a inizio estate per evitare l’eccessiva calura. Ovviamente è vietato raccoglierlo nei Parchi nazionali di montagna, ma anche in molti dipartimenti, tra cui le Hautes Alpes, mentre altrove è possibile che la raccolta sia limitata da qualche ordinanza.
  • Grand Apollon
    Grand Apollon - Christophe Albert - PNE
    Fauna

    La farfalla apollo

    E’ tra le più belle farfalle diurne che si possano incontrare in montagna e il suo comportamento piuttosto tranquillo permette di osservarla facilmente. E’ affezionata ai vegetali qualificati come “cammelli”, quali il sempervivum e il sedum, che crescono in zone molto secche. La farfalla apollo deposita le uova su queste piante ospiti, da cui le larve trarranno il nutrimento necessario.
  • Asphodèles
    Asphodèles - Pascal Saulay - PNE
    Flora

    L’asfodelo bianco

    Cresce in gruppi, spesso accanto a genziane gialle su pascoli dal terreno profondo. Il suo portamento, che lo fa sembrareun gran cero bianco, non passa di certo inosservato e i fiori raggruppati a forma di spiga fioriscono a turno nel corso di diverse settimane a inizio estate. Il tubercolo carnoso attira i roditori sotterranei e, sotto forma di farina, sarebbe stato utilizzato come nutrimento dai montanari nei periodi di carestia.
  • Montée à Combe Guyon
    Montée à Combe Guyon - Bernard Nicollet - PNE
    Pastoralismo

    L’alpeggio di Combe Guyon

    Da metà giugno a metà ottobre un gregge di pecore di proprietà di allevatori locali invade l’alpeggio di Combe Guyon. Riunendole intorno alla baita, il pastore le sorveglia, le conta e le cura. Questo spiega l’abbondanza di piante nitrofile, come ortiche e cardi scardaccei, che amano i terreni ricchi di letame.
  • Vautour fauve
    Vautour fauve - Marion Molina
    Fauna

    Il grifone

    Questo enorme rapace con quasi tre metri di apertura alare frequenta da poco la montagna, grazie a un programma di reintroduzione della fine del XX secolo. In estate volteggia senza sosta in cielo alla ricerca di carcasse di pecore o di grandi mammiferi selvatici per farli a pezzi e nutrirsene. Questo impressionante rapace svolge un utile compito di tipo sanitario sugli alpeggi.
  • Monticole de roche
    Monticole de roche - Pascal Saulay - PNE
    Fauna

    Il codirossone

    Comunemente chiamato merlo delle rocce, il codirossone maschio si nota per i suoi colori vivaci e contrastanti e per il suo melodioso canto. Trascorre l’inverno in Africa e l’estate sulle Alpi, scegliendo luoghi aperti al di sopra dei boschi, per cantare da posatoi rocciosi e nidificare nelle pietraie e negli anfratti della roccia.
  • Le lac Labarre
    Le lac Labarre - Jean-Pierre Nicollet - PNE
    Lago

    Il lago Labarre

    Questo lago di medie dimensioni, come molti altri nelle Alpi, si è fomato all’interno di una vasca o un circo glaciale quando i ghiacciai si ritirarono alla fine del XVIII secolo. Nel corso degli anni le acque si sono infiltrate tra le rocce più tenere e sono passate sotto quelle più dure. Il lago Labarre, con una superficie di un ettaro e mezzo e i otto metri di profondità, raccoglie le acque di fonte dei nevai circostanti sotto forma di ruscelli, carichi di fini detriti di roccia che rimangono sospesi nell’acqua e che conferiscono al lago il suo colore particolare.

Bollettino meteorologico


Profilo altimetro


Zone di sensibilità ambientale

Lungo il percorso, attraverserai, legate alla presenza di una specie o di un ambiente particolare. In queste zone, un comportamento adeguato può contribuire alla loro conservazione.

Aquila reale

Aree di attività interessate :
, ,
Periodi di sensibilità :
genfebmaraprmaggiulugago
Contatto :
Parc National des Écrins
Julien Charron
julien.charron@ecrins-parcnational.fr

Aquila reale

Aree di attività interessate :
, ,
Periodi di sensibilità :
genfebmaraprmaggiulugago
Contatto :
Parc National des Écrins
Julien Charron
julien.charron@ecrins-parcnational.fr

Raccomandazioni

Evitare di avvicinarsi alla baita dell’alpeggio di Combe Guyon per non disturbare il pastore e i suoi cani.

Nel cuore del parco
Il Parco Nazionale è un territorio naturale, aperto a tutti, ma soggetto ad un regolamento che è utile conoscere per preparare il vostro soggiorno.

Cani per la protezione del gregge

En alpage, les chiens de protection sont là pour protéger les troupeaux des prédateurs (loups, etc.).

Lorsque je randonne, j’adapte mon comportement en contournant le troupeau et en marquant une pause pour que le chien m’identifie.

En savoir plus sur les gestes à adopter avec le dossier Chiens de protection : un contexte et des gestes à adopter.
Racontez votre rencontre en répondant à cette enquête.

Luoghi di informazione

Casa del Parco dello Valbonnais

Place du Docteur Eyraud, 38740 Entraigues

http://www.ecrins-parcnational.fr/valbonnais@ecrins-parcnational.fr04 76 30 20 61
Reception, informazioni, sala mostre temporanee, sala di lettura e di video-proiezione su richiesta. Shop: prodotti e le opere del Parco. Ingresso libero. Tutte le animazioni del Parco sono gratuite salvo indicazione contraria.
Saperne di più

Trasporto

Bus da Transisère fino a Entraigues


Accesso stradale e parcheggi

D26 da La Mure, D117 a Entraigues e D117a a La Chapelle en Valjouffrey.

Parcheggio :

All’ingresso di Valsenestre

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Autore

Parc national des Ecrinshttps://www.ecrins-parcnational.fr

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