Il Colle di Freissinières
Freissinières

Il Colle di Freissinières

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Un percorso vario tra boschi, alpeggi, morene e falesie percorse da cascate per raggiungere il Colle di Freissinières, conosciuto anche come Colle d'Orcières, a 2782 m.

"Scendendo dal Colle di Freissinières una mattina di luglio, quando la neve copriva ancora i versanti all’ombra, ecco due animali correre nella neve. Due caprioli a 2500 metri di quota! Che straordinaria capacità di adattamento!”

Blandine Delenatte e Jean-Philippe Telmon, guardaparco


Descrizione

Dal parcheggio delle Cascades imboccare il sentiero di sinistra, dove si trova l’ingresso del Parco nazionale, segnalato da tre pannelli informativi (lasciare a destra la passerella che porta al sentiero invernale). Attraversare il torrente Oules sul ponte e continuare sul sentiero a tornanti che passa accanto a una grossa cascata e poi attraversa una zona di ghiaioni. Il sentiero “estivo” è in una zona a rischio valanghe e non è percorribile in inverno. È largo e sale dolcemente, tanto che gli abitanti di Dormillouse si possono approvvigionare utilizzando delle carriole cingolate. All’incrocio successivo lasciare il sentiero di sinistra (lago del Fangeas, Colle des Terres Blanches) e rimanere su quello di destra. Continuare sul sentiero che porta a Dormillouse e, prima del ponte, prendere a sinistra seguendo il cartello per i laghi Faravel e Palluel e per il Colle di Freissinières.  Alla biforcazione successiva prendere il sentiero che sale a destra verso il Colle di Freissinières. Sul pianoro dell'Arduin proseguire a destra all’intersezione dei 4 sentieri, verso il Colle di Freissinières. Il sentiero entra nel bosco di larici e segue la riva destra della Biaysse risalendo la valle di Chichin. Oltrepassata la gola di Chichin su una piccola passerella si raggiunge la baita dell’alpeggio di Chichin, si costeggia il laghetto del Lauzeron per passare poi tra le morene e arrivare al colle. Si può tornare percorrendo lo stesso sentiero dell’andata o raggiungendo Prapic e tornando dal Colle des Terres Blanches in 2 giorni.

  • Partenza : Parcheggio delle Cascades, Freissinières
  • Comune attraversato : Freissinières

16 I patrimoni da scoprire

  • Archeologia

    Mine

    Alcuni vestigi di una vecchia miniera sono sparsi sul settore del Fangeas. Queste mine risalgono al Medioevo, periodo durante il quale vi veniva lavorato il piombo argentifero ed il rame. Era un’azienda di piccole dimensioni, sicuramente associate alle miniere del Fournel. Il metallo estratto permetteva di coniare monete feodali. Attualmente, la miniera è colmata e allagata, il che ha permesso di ritrovare vestigi ben conservati : impalcature, scodella in legno tornito, suola di scarpa. Gli archeologi scavano queste miniere da una decina di anni, travasando con un sifone l’acqua che allaga le gallerie. Le miniere non sono accessibili al pubblico e la loro localizzazione è qui volontariamente sfalsata. Per maggiori informazioni su questo patrimonio, rivolgersi al museo delle miniere dell’Argentière la Bessée.
  • Fauna

    La cincia bigia

    Questo passero discreto è sovente confuso con la cincia bigia alpestre, che vive più in alto. Il riconoscimento è in effetti difficile: il petto della cincia bigia è più piccolo, le ali sono di color scuro uniforme, mentre quelle della cincia bigia alpestre hanno una sfumatura leggermente più chiara e il cappuccio nero della cincia bigia è più brillante. Sedentaria, frequenta i boschi di latifoglie, i boschetti e i giardini, purché vi siano vecchi alberi cavi per nidificare. Non si avventura mai in quota tranne che nelle zone più soleggiate. A primavera non si lascia avvistare facilmente sui vecchi frassini, ma è facile sentirla: il canto della cincia bigia è molto tonico e sonoro ma, nonostante ciò, non ci rende la vita facile, diversificando le melodie come per meglio ingannare l’ornitologo amatore.
  • Fauna

    Il gallo forcello

    Per riuscire ad avvistarlo durante l’estate bisogna alzarsi di buon mattino. In Francia il fagiano di monte, detto anche gallo forcello si trova solo nelle Alpi, a livello del limite superiore dei boschi di abete, dove si svolge il ciclo biologico di questo emblematico uccello: esibizioni per il corteggiamento, durante le quali i maschi cantano languidamente e si affrontano, nidiate estive sorvegliate dalle femmine e svernamento in una nicchia scavata nella neve. In inverno il fagiano di monte è particolarmente sensibile se viene disturbato, non essendo in grado di compensare l’energia spesa quando abbandona frettolosamente il suo igloo al passaggio di uno sciatore fuoripista o di un escursionista con le ciaspole.

  • Fauna

    Il sordone

    Ruvido montanaro, il sordone è un passero robusto con il ventre paffuto. Sul dorso ha qualche tratto nero che ravviva il piumaggio color cenere e delle fiamme rosse ne segnano i fianchi in maniera inconfondibile. Abitante tipico delle praterie alpine, zampetta sul manto erboso e si pavoneggia sulle pietre, e si avvicina al rifugio per beccare le briciole. In inverno migra a valle, talvolta anche fino ai litorali. Quando le nevi si sciolgono è il temible predatore dei piccoli invertebrati intorpiditi dal freddo. Becchetta anche semi, bacche e piccoli vegetali, esplorando i pendii, gli anfratti, gira e rigira senza temere il suo nemico giurato, lo sparviero.
  • Fauna

    Il camoscio

    Animale emblematico delle Alpi il camoscio, rupicapra rupicapra, ha corte e aguzze corna nere. Come lo stambecco, è più facile osservarlo con un binocolo. Le femmine e i loro piccoli (fino a un anno di età) preferiscono vivere in branchi di numerosi esemplari, mentre i maschi vivono isolati e raggiungono le femmine solo durante la stagione degli amori. Durante l’inverno i camosci hanno bisogno di molta tranquillità, perché per sopravvivere devono economizzare le riserve di grasso.
  • Flora

    L'aquilegia maggiore

    Nei sottoboschi delle abetaie, ai lati del sentiero che risale la Biaysse, dei grandi fiori di un azzurro vivace attirano l’attenzione. L'aquilegia maggiore è una specie assai rara. Il colore blu intenso e i fiori poco numerosi permettono di distinguerla dall’aquilegia comune, i cui fiori sono più piccoli, più numerosi e di un blu tendente al viola. I fiori dell’aquilegia sono gli unici a possedere cinque speroni, estremità di cinque petali a forma di corno protetti da cinque sepali a forma di lancia.
  • Fauna

    Lo stambecco delle Alpi

    Nel 1995 sono stati reintrodotti nel Champsaur degli stambecchi. Da allora la popolazione cresce lentamente e popola progressivamente le valli del massiccio. Delle femmine vengono regolarmente a partorire sulle fasce rocciose che dominano Prés Baridons, sul lato soleggiato, e i maschi vengono a far loro visita da Champsaur, passando per il Colle di Freissinières. Il colore del loro mantello si confonde con il colore delle falesie dalle quali usano sporgersi, rendendone difficile l’avvistamento senza binocolo o una vista molto lunga.
  • Flora

    Il giglio martagone

    Più diffuso dell’aquilegia maggiore, il giglio martagone sfoggia i fiori rosa punteggiati di porpora negli stessi sottoboschi. Giunti a maturità, questi fiori si inclinano verso terra e i sei petali sono rivolti verso l’altro, mostando così i sei stami arancioni. Si raddrizzano poi a forma di frutto, una capsula oblunga che si apre lungo tre strappi longitudinali. 
  • Flora

    La genziana gialla

    Molto nota per le proprietà toniche, digestive e depurative delle sue radici, la genziana gialla si riconosce dalle foglie opposte che formano una coppa nella quale si arrotolano i sottili fiori gialli. Nel veratro bianco invece, che gli assomiglia, le foglie sono inserite a spirale lungo tutto lo stelo e non formano mai una coppa. Tradizione vuole che l’altezza delle genziane gialle indichi l’altezza della neve che cadrà l’inverno successivo.
  • Fauna

    La rana rossa

    E’ la rana più diffusa nelle Alpi. Robusta, muso arrotondato e bella maschera color cioccolato che mette in risalto i suoi occhi color oro, è l’unica ad abitare le zone umide oltre i 1000 metri di quota. Poco profondo, il lago Lauzeron ospita sia adulti che girini, la cui velocità di crescita dipende dalla quota e dalle condizioni climatiche, qui molto dure. I girini trascorrono un anno nell’acqua prima di diventare giovani rane, mentre in pianura, nella bella stagione, 3 o 4 mesi sono sufficienti per la metamorfosi.   

  • Fauna

    La podisma montana

    Nelle zone umide che si incontrano lungo il sentiero, dei brevi "clik” tradiscono la presenza di questo grillo di grandi dimensioni, in francese il “criquet ensanglanté” (grillo insanguinato). Insanguinato? Niente panico, come tutti i grilli è vegetariano. Il termine descrive semplicemente le macchie color porpora sul corpo verde oliva e nero della femmina, che depone solo in terreni impregnati d’acqua, poiché le uova sono molto sensibili agli ambienti secchi. Per questo motivo questo grillo, la cui presenza va diminuendo in Europa, è un buon indicatore della qualità e dell’integrità delle zone umide.
  • Fauna

    La marmotta

    Dietro la curva di un sentiero, una marmotta posa talvolta con nonchalance su una roccia per farsi fotografare. La sua strategia per difendersi dai predatori (aquila reale, volpe…) consiste semplicemente nel rifugiarsi nella tana. Vive in famiglia, composta da una coppia di adulti dominanti e di esemplari subordinati nati da cucciolate successive. La toilette, i giochi e le zuffe assicurano la coesione del gruppo e il rispetto della gerarchia. Ognuno partecipa alla delimitazione del territorio ponendo sterco e urina ai confini e fregando le guance contro le rocce per lasciare il proprio odore.
  • Flora

    Il semprevivo montano

    I semprevivi sono dei fiori rosa a forma di stella che si aprono su un piccolo  carciofo aggrappato a una roccia. Per distinguerli occorre osservarne il colore: rosa vivo per il semprevivo ragnateloso, il cui carciofo è percorso da fili bianchi, rosa spento per il semprevivo dei tetti, con gli steli alti e spessi, rosa antico per il semprevivo montano, che è completamente ricoperto da una peluria di corti peli ghiandolari che odorano di resina.
  • Fauna

    Il fringuello alpino

    Appena sotto il colle di Freissinières uno stormo di uccelli dal volo rapido passa rumorosamente vicino al sentiero. Piumaggio chiaro, ali bianche dalle estremità nere, coda bianca con una striscia nera: nessun dubbio, sono dei fringuelli alpini. Tutto l’anno in alta montagna, non temono il freddo! Durante l’inverno cercano le creste sulle quali la neve è stata soffiata via dal vento e le pareti verticali senza neve. Se arriva un’abbondante nevicata, il fringuello alpino scende a valle per cercare qualche bacca o qualche seme.
  • Flora

    Il ranuncolo glaciale

    Questa piccola pianta fa concorrenza ai licheni: è la pianta con fiori che detiene il record di altitudine in Europa! Si è adattata grazie ad un’altezza molto ridotta, calici e corolle che sopravvivono anche dopo la fioritura per proteggere i semi, foglie carnose e poco numerose che sopportano il gelo e ottima capacità ad economizzare una fioritura negli anni in cui l’innevamento è troppo abbondante o tardivo.
  • Flora

    L’erba storna dalle foglie rotonde

    L’erba storna dalle foglie rotonde si è stabilita sui ghaioni instabili sotto il colle di Freissinières, utilizzando i suoi numerosi fusti striscianti tra le pietre per sopravvivere a questo ambiente in continuo movimento e poco ospitale. I suoi bei fiori raggruppati a forma di ombrello rallegrano il grigio delle pietre con un tocco di lilla. Le foglie sono piccole, carnose e quasi rotonde.

Bollettino meteorologico


Profilo altimetro


Zone di sensibilità ambientale

Lungo il percorso, attraverserai, legate alla presenza di una specie o di un ambiente particolare. In queste zone, un comportamento adeguato può contribuire alla loro conservazione.

Aquila reale

Aree di attività interessate :
, ,
Periodi di sensibilità :
genfebmaraprmaggiulugago
Contatto :
Parc National des Écrins
Julien Charron
julien.charron@ecrins-parcnational.fr

Fagiano di monte - inverno

Aree di attività interessate :
,
Periodi di sensibilità :
genfebmaraprdic
Contatto :

Fagiano di monte - inverno

Aree di attività interessate :
,
Periodi di sensibilità :
genfebmaraprdic
Contatto :
Parc national des Ecrins - 0492402010

Raccomandazioni

Campeggio vietato nel parcheggio delle cascate (anche dentro i veicoli), bivacco autorizzato a oltre un’ora di cammino dai confini del parco. Vietato accendere fuochi nel Parco.

Cani per la protezione del gregge

En alpage, les chiens de protection sont là pour protéger les troupeaux des prédateurs (loups, etc.).

Lorsque je randonne, j’adapte mon comportement en contournant le troupeau et en marquant une pause pour que le chien m’identifie.

En savoir plus sur les gestes à adopter avec le dossier Chiens de protection : un contexte et des gestes à adopter.
Racontez votre rencontre en répondant à cette enquête.
Nel cuore del parco
Il Parco Nazionale è un territorio naturale, aperto a tutti, ma soggetto ad un regolamento che è utile conoscere per preparare il vostro soggiorno.


Trasporto

Stazione SNCF più vicina: l'Argentière les Ecrins - www.voyages-sncf.com poi taxi. (Taxi Pellegrin 0033(0)6 98881778 / Taxi Billau 0033(0)6 08034590)


Accesso stradale e parcheggi

Dalla RN 94 a nord di la Roche de Rame seguire in direzione di  Freissinières sulla D38 e poi la D38B fino a Freissinières. Attraversare  Freissinières e poi seguire la D238 che parte a destra fino al parcheggio delle cascate, al fondo della valle, dove la strada finisce nei periodi dell’anno senza neve, quando la strada è chiusa.

Parcheggio :

In estate: parcheggio delle Cascades, Freissinières. Fine della strada al fondo della valle di Freissinières.

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Autore

Parc national des Ecrinshttps://www.ecrins-parcnational.fr

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