
Tour del Vieux Chaillol in 5 giorni
Proposto qui in cinque tappe, questo itinerario escursionistico si snoda intorno al massiccio sullo spartiacque tra il Champsaur e il Valgaudemar. Il punto culminante del tour è il Vieux Chaillol, a 3163 m. A Villar-Loubière nel Valgaudemar e al rifugio di Pré de la Chaumette l’itinerario si congiunge al GR 54, che ha caratteristiche decisamente più sportive.
5 Passi
Descrizione
Dalla borgata les Paris addentrarsi costeggiando un canale d’irrigazione, nella lunga e diritta valle di Valgaudemar. Da Villar-Loubière al rifugio di Pré de la Chaumette attraverso i colli di Vallonpierre, di Gouiran e della Vallette, il sentiero comincia a salire e il paesaggio cambia con il grandioso circo glaciale del Gioberney. Questa parte del tour, che si trova praticamente nel Parco nazionale degli Ecrins ed è in comune con il GR 54, richiede uno sforzo maggiore, ricompensato però dal paesaggio e dall’ambiente di alta montagna. Da questo punto il Champsaur si percorre lungo un sentiero balcone. Dal rifugio di Pré de la Chaumette, nella valle di Champoléon, costeggiare l’impetuoso torrente Drac Blanc, che si incassa in una valle austera dapprima da est verso ovest, per cambiare poi direzione da nord a sud, allargandosi su verdi pascoli e bagnando numerose borgate. Si tratta di una valle larga, in cui si possono ritrovare già le influenze mediterranee, che la rendono affascinante per il suo paesaggio più rurale che montano, per le sue borgate e paesini con le case coperte da tegole e per i suoi ariosi boschi di larici.
- Partenza : Borgata les Paris, Saint-Jacques-en-Valgaudemar
- Comune attraversato : Saint-Jacques-en-Valgodemard, Saint-Maurice-en-Valgodemard, Villar-Loubière, La Chapelle-en-Valgaudemar, Champoléon, Saint-Jean-Saint-Nicolas, Saint-Michel-de-Chaillol, Saint-Bonnet-en-Champsaur, Bénévent-et-Charbillac, Les Infournas, La Motte-en-Champsaur, Les Costes e Chauffayer
31 I patrimoni da scoprire

Le canal des Herbeys - Olivier Warluzelle - PNE
Picolo patrimonioIl canale di Herbeys
Gli abitanti di Valgaudemar cercano da molto tempo di controllare i corsi d’acqua per compensare le deboli precipitazioni estive. Il canale di Herbeys è tuttora funzionante e viene regolarmente utilizzato, permettendo così, con i suoi oltre 600 litri di acqua al secondo, di irrigare "da fermo" 289 ettari di terreno nei comuni di Chauffayer e di St-Jacques. Lungo circa 28 km, fu costruito per iniziativa di François Dupont de Pontcharra des Herbeys. La manutenzione del canale è effettuata ogni anno dai membri del sindacato dei fruitori, che per diversi giorni sono occupati con la manutenzione del canale e il consolidamento delle volte.

L'Olan et l'entrée de la vallée du Valgaudemar - PNE
Punto di vistaLe "cime" dell'Olan
L'Olan è una cima maggiore del massiccio degli Écrins, che culmina a 3564 metri ed è composto da tre cime, di cui la più alta è la cima nord. La prima ascensione alla vetta centrale del monte Olan risale all’8 luglio 1875, alla vetta nord al 29 giugno 1877 ad opera del famoso alpinista W.B. Coolidge e della sua guida Almer. L’ascensione per la via normale, con partenza dal rifugio de l'Olan, accompagnati da una guida se non si hanno conoscenze di alpinismo, può rappresentare un buon obiettivo nel Valgaudemar.

Gagée jaune - Cédric Dentant - PNE
FloraLe colture foraggere
Le colture foraggere circondano il paese di La Chapelle. Sfortunatamente questi prati, ricchi di fiori e insetti, sono sempre più sovente sostituite da prati temporanei, cioé seminati in alcune stagioni. L’innaffiamento di questi prati avviene ancora utilizzando i canali, sempre ben tenuti dagli utilizzatori con il sostegno del parco nazionale. Potrete ammirare la chiusa del canale della Grande Levée, poco lontano dal sentiero che si avvicina alla Sèveraisse. Questi canali sono molto importanti per il mantenimento della flora delle zone umide, come l’erba milza e la gagea, entrambe specie protette.

La cascade de Combefroide - Olivier Warluzelle - PNE
Punto di vistaLe cascate e i panorami sulla valle
Lungo il percorso scoprirete le cascate di Combefroide e del Casset, sul versante a bacìo della valle. L’itinerario offre anche una graziosa vista panoramica sui lati est e ovest della valle della Sèveraisse, all’altezza della borgata di Casset. Dalla frazione del Rif du Sap un bel profilo dalla valle testimonia l’erosione dei ghiacciai del quaternario.
Chapelle et maisons du hameau du Clot avant l'incendie de 1934 - Jean-Claude Catelan (collection)
StoriaUn percorso pieno di storia
Il ponte del Casset è l’ultimo ponte antico a non essere stato portato via dalle piene della Sèveraisse. Sulla riva destra di questa magnifica opera detta “romana” vi è la frazione Casset, che deve il suo nome alla grande casse che la delimita. Questo paese, come quello di Bourg, fu parzialmente sommerso da una frana. Rif du Sap fu invece travolto da una valanga che nel 1944 spazzò via le case della parte altra della frazione. La frazione Clot fu inondata nel 1928 e abbandonata completamente nel 1934, quando un incendio distrusse la quasi totalità delle abitazioni.
Itinéraire de Tirière vue sur la vallée de Valgaudemar - Olivier Warluzelle - PNE
StoriaLa toponimia del Valgaudemar
Valgaudemar, nome altisonante dalle sillabe di bronzo che risuonano nelle nostre orecchie. Alcuni sostengono che questo nome evochi la valle di Maria: Gaude Maria "rallegrati, Maria", sebbene sia più credibile pensare che sia legato al nome Gaudemar, nome che fu portato tra gli altri dall’ultimo re di Burgondes (524), popolo germanico che invase queste regioni nel 406. Nei testi antichi si legge Vallis Gaudemarii dal 1284. Le leggende, la poesia e l’immaginazione distorcono spesso la ricerca dell’origine dei nomi.
Maison aux portes, Valgaudemar - Stephan D'houwte - PNE
ArchitetturaUn habitat tradizionale
Nelle borgate di Casset, Bourg e Rif du Sap si può trovare qualche vecchia casa tipica del Valgaudemar. Qualche tetto in paglia, "tounes" (ingressi a volta delle abitazioni), pavimentazioni in pietra… sono interessanti esempi di architettura che meriterebbero di essere conservati. Meno costosa e di più facile manutenzione, la lamiera ha progressivamente sostituito la paglia sui tetti.
Aigle royal - Robert Chevalier - PNE
FaunaL’aquila reale
Golden eagleTra La Chapelle e Le Clot non è raro osservare l’aquila reale in volo sui pendii soleggiati. Questo maestoso rapace dal piumaggio scuro talvolta arricchito con belle macchie bianche sotto le ali, durante l’estate si trova in compagnia del biancone, più piccolo e molto chiaro, e del grifone, più grande ma con la coda corta, che vive sovente in gruppo. Nulla di strano in tutto ciò, perché sui pendii a bacìo questi uccelli trovano correnti ascendenti termiche che permettono loro di volare in alto e percorrere grandi distanze.

Architecture traditionnelle - Yves Baret - PNE
ArchitetturaLa toune
Caratteristica architettonica del Champsaur-Valgaudemar, la toune è un portico con volta a botte che si trova sulla facciata principale dell’abitazione. Ripara l’ingresso della casa e della scuderia e permette talvolta di immagazzinare il materiale, come la legna, all’asciutto. La toune era sovente intonacata di bianco per riflettere il calore del sole. Gli abitanti della casa vi si sistemavano per fare piccoli lavori come ricamare e rammendare
Via Clause du Clot - Dominique Vincent - PNE
Picolo patrimonioLa via clause
In alcuni tratti del percorso camminerete tra due muretti di pietra. Queste "vie clause" sono state costruite per impedire agli animali domestici che salivano all’alpeggio di calpestare e mangiare l’erba dei prati che era loro destinata per l’inverno. La più notevole di tutte si trova all’uscita della vecchia borgata del Clot ed è stata recentemente restaurata dal Parco nazionale degli Ecrins.
Refuge du Clot Xavier Blanc - Dominique Vincent - PNE
RifugioIl rifugio del Clot Xavier Blanc
Curioso che questo rifugio sia stato costruito sotto la strada che sale al Gioberney a una quota di soli 1397 m. Il fatto strano è che si trova in quel luogo da oltre un secolo, molto prima che la strada fosse costruita! In effetti, questa costruzione semplice e solida apparteneva alla Valgodemar Mining Company che sfruttava il ricco sottosuolo di questa zona estraendo rame e piombo argentifero. Quando le attività di estrazione cessarono, il CAF acquistò l’edificio e gli diede il nome di Xavier Blanc, in ricordo di uno dei soci fondatori del CAF, senatore delle Hautes-Alpes.
Traquet motteux - Damien Combrisson - PNE
FaunaGli uccelli d’alta quota
L’autunno è la stagione delle migrazioni. La montagna, con inverni troppo rigidi, perde temporaneamente i suoi abitanti. Alcuni di loro migrano verso quote più basse, in valle o sui litorali, come il sordone, il codirosso, l’organetto o il fanello eurasiatico. Altri partono per un lungo viaggio verso i paesi caldi. Il Sahara offrirà un inverno clemente al codirossone, allo stiaccino e al culbianco. La bigiarella sceglie invece l'oriente. E durante l’estate tutto questo bel mondo si ritrova in montagna, un rifugio in cui la biodiversità e la varietà di invertebrati è ancora preservata. Gli alpeggi collaborano alla riproduzione di tutte queste specie, decisamente in diminuzione e che vale la pena proteggere.
Vallon Plat, Col de Vallonpierre, Aiguille de Morges - Bernard Guidoni - PNE
Geologia e geografiaGeologia impressionnista
Dalla chabournéite, un minerale endemico del Valgaudemar, alle rocce cristalline del gneiss del Sirac, dalla depressoine di Vallonpierre formata da rocce sedimentarie allo spettacolo offerto da scisto e carniola del Col des Chevrettes, questo giro ad anello vi catapulta nella storia. Ondulazioni e colori si dipingono davanti ai vostri occhi come una tavolozza impressonista.
Le refuge de Vallonpierre - Dominique vincent - PNE
RifugioIl rifugio di Vallonpierre
Un laghetto, una bella prateria di alpeggio, il Sirac che veglia... l’atmosfera magica ispirò nel 1942 la costruzione di un rifugio a 2270 m di quota. Ma, vittima del suo successo, il rifugio fu sostituito nel 2000 da un altro, più grande, con 37 posti letto invece dei precedenti 22. Questo nuovo edificio è il primo rifugio moderno costruito senza materiali importati, ma con le pietre estratte dal luogo. La sua semplicità e il timpano in "pas de moineau" sono stati ispirati dal "piccolo rifugio", che è stato conservato e ospita l’aiuto gestore.
Le refuge du Pré de la Chaumette, Champoléon - Marc Corail - PNE
PastoralismoPrato della Chaumette
Il rifugio si trova nel cuore di un vasto prato formato da praterie alpine prosperose su un terreno spesso, dai pendii deboli a medi ricoperti dalla neve 8 mesi l’anno.
Crave à bec rouge - PNE - Combrisson Damien
FaunaGracchio dal becco rosso
Il gracchio dal becco rosso è un uccello sorprendente sotto molti punti di vista. Vive vicino alle falesie e gioca con le nuvole, rompendo il silenzio con un grido breve, acuto, quasi metallico. Sollecitati dall’eco venuto dalle pareti, i suoi compagni gli rispondono. Con l’andatura sicura ed il passo cadenzato, il gracchio dal becco rosso percorre meticolosamente l’alpeggio in piccoli gruppi per trovarci vermiciattoli e cavallette del pascolo. Tranne qualche breve spostemento stagionale legato al cibo disponibile, il gracchio è sedentario.
Cascade de Prelles - PNE
AcquaCascata di Prelles
La cascata alimenta il « Drac Blanc ». Il letto minore del torrente è molto largo il che dà un’idea della sua violenza e della sua capacità a trasportare dei blocchi di pietra.
Bouquetin des Alpes - PNE - Chevalier Robert
FaunaStambecco delle Alpi
Lo stambecco, o « bouquetin », cioè « bouc-des-pierres » è massiccio e vestito di un pelame sul beige cioccolato a seconda delle stagioni e del sesso. Maschio e femmina indossano ambedue delle corna ornate di anelli che crescono durante tutta la loro vita. Lo stambecco delle Alpi vive a gruppi, maschi da una parte, femmine (« étagnes ») e giovani dall’altra. In inverno, le femmine si mescolano ai maschi durante il periodo della fregola, e figliano all’inizio dell’estate. Per osservarlo, guardare sul versante opposto, talvolta lo stambecco si lascia intravedere in primavera.
Circaète Jean-le-Blanc en vol - PNE - Saulay Pascal
FaunaBiancone « Jean-le-Blanc »
Non appena la primavera è di ritorno, risuonano da sopra il campanile delle grida acute. Bisogna alzare gli occhi per ammirare due grandi uccelli che volano insieme, alternando voltigia e surplace nel cielo, come due aquiloni argentati che giocherebbero col vento. La loro sagoma chiara, tozza e la loro testa più scura permettono di identificarlo. Si nutre principalmente di rettili (lucertola e serpente) che cattura dalla testa, che può rigurgitare poi al pulcino che sta allevando.
Tétras-lyre mâle en parade - PNE - Papet Rodolphe
FaunaFagiano di monte
Per osservare il fagiano di monte in estate, bisogna alzarsi molto presto. In Francia, il « tétras-lyre » o « gallo da brughiera » si incontra solo nelle Alpi. In primavera, il maschio dal piumaggio nero, la coda a forma di lira con le sotto-caudali bianche si pavoneggia per attirare le galline. In inverno, trascorrere la parte più importante del suo tempo al riparo in degli igloo scavati nella neve per proteggersi dal freddo. Periodo in cui è particolarmente sensibile perché non può compensare l’energia che gli è necessaria quando deve lasciare precipitosamente il suo igloo al passaggio di uno sciatore fuoripista o di un escursionista con le racchette da neve.
Aigle royal en vol - PNE - Couloumy Christian
FaunaAquila reale
L’aquila reale viene annoverata nelle speci rare e protette d’Europa. La sua altezza, il suo colore scuro, le sue ali rettangolari ed i suoi frequenti spostamenti in aria, permettono di identificarla facilmente. Nelle ore calde del giorno, rotea regolarmente in aria approfittando del vento per innalzarsi. Grazie alla sua ottima vista, l’aquila reale scruta i dintorni alla ricerca di una marmotta imprudente o di un giovane camoscio. In inverno, preleva regolarmente il suo cibo su dei cadaveri di animali.
La chapelle des Gondouins - Marc Corail - PNE
StoriaPaesaggi d’altri tempi
Percorrendo la valle di Champoléon avrete già avuto modo di notare lo spazio considerevole occupato dal letto del Drac. Si narra che, quando questa valle contava circa 600 abitanti (nel 1789, mentre oggi sono 110), essi si gettassero il martello da una riva all’altra di questo torrente impetuoso. L’abbondanza di manodopera permetteva di costruire e di mantenere muretti e dighe raccogliendo la terra che veniva trasportata a spalle dai lavoratori o a dorso di mulo. In seguito alle inondazioni e alle alluvioni devastanti del 1914, il Drac portò via terre e pascoli e diverse borgate, come quella di Gondouins, furono abbandonate.
Agneau - Dominique Vincent - PNE
PastoralismoIl tardon
Il tardon è un agnello allevato negli alpeggi del massiccio degli Ecrins. Questo agnello è celebrato durante la fiera agricola di Champolléon, che si tiene ogni autunno e che celebra la vita pastorale, riunendo allevatori, pastori e grande pubblico con un programma che va dalla vendita di pecore al mercato dei produttori, dai piatti a base di tardon agli intrattenimenti animati.
Le village des Borels - Marc Corail - PNE
StoriaBorels
E’ il borgo più importante del comune di Champoléon (non vi è alcuna borgata con questo nome). Sino alla prima guerra mondiale, verso il 1914, la valle viveva come in un circuito chiuso per tutto ciò che riguarda il necessario alla sussistenza quotidiana. A Borels si potevano trovare un tessitore di lana e di canapa, un mugnaio e panettiere, un fabbro, un muratore, una sarta e nelle altre borgate un sabotier, due mugnai, un segatore, un falegname ebanista, due calzolai. Questi ultimi due lavoravano a domicilio.
La vallée de Champoléon - Marc Corail - PNE
StoriaChampoleon
Nel 1789, alle ventiquattro domande poste dai procuratori degli Stati Generali del Dauphiné, i Consoli di Champoléon risposero: "Champoléon si trova nel più spaventevole dei paesi del Haut-Dauphiné. Vi sono, all’interno della comunità, 16 villaggi molto isolati e incassati nella montagna … 80 famiglie e 600 anime. I tetti delle case sono tutti in paglia […] i fiumi e i torrenti provocano gravi danni". Di fatto, nel 1790, nel giorno di Ognissanti, la Chiesa di Champoléon fu distrutta da un’alluvione e una parte del cimitero scomparve, portando con sé lontano da Champoléon bare e cadaveri.
Carte de Cassini - IGN
StoriaLa toponimia di "Champsaur"
Al nome "Champsaur" sono attribuite una dozzina di origini. L’etimologia meno verosimile è di fatto la più carina e corrisponde a "campo d’oro", poiché Napoleone avrebbe annotato, scoprendo il paese, "Che bel campo d’oro!" Si può trovare anche il "campo delle lucertole" (sauros in greco significa "lucertola") o il "campo dei Saraceni" (campus sauracenorum) per via delle loro numerose invasioni nel territorio. Ma l’etimologia più credibile deriverebbe da "campus saurus", il campo o la campagna di Saurus, nome del proprietario terriero dell’epoca.
Le canal de Malcros en aval de la cabane des Parisiens - Gabriel Gonsolin - PNE
Picolo patrimonioIl canale di Mal Cros
Sebbene dall’estate del 1819, in seguito ad una siccità particolarmente devastante, si impose l’installazione di un sistema di irrigazione per il Champsaur, i lavori di costruzione di un canale ebbero inizio solo nel 1871. Dal ghiacciaio di Mal Cros, a 2750 metri d’altitudine, fu costruito con muretti a secco e legno di larice a partire dal colle della Pisse. L’irrigazione delle colture era effettuato al livello del bacino di ripartizione delle acque tramite un sistema di chiuse. Terminato nel 1878, il canale rimase in funzione solo 27 anni, in quanto i lavori di manutenzione risultavano troppo onerosi.

Une ferme aux Roranches, Champsaur - Marc Corail - PNE
ArchitetturaL’architettura di Champsaur
I paesaggi e le case attuali non sono frutto del caso, ma portano le tracce di uomini che, spinti più dal desiderio di favorire la funzionalità delle costruzioni rispetto al lato estetico, hanno sviluppato il miglior rapporto possibile con il loro paese. La zona nord-sud della valle del Drac, regione sovente spazzata da un vento freddo, era caratterizzata dal paesaggio a bocage e le costruzioni sono molto attaccate le une alle altre, con un muro cieco rivolto a Nord. La disposizione dei balconi, rivolti a est come a St-Michel-de-Chaillol o St-Julien-en-Champsaur, riflettono la ricerca di sole, proprio come le facciate delle case, che sono sovente dotate di un portico.
Le bocage du Champsaur, Saint-Michel-de-Chaillol - PNE
FloraIl bocage
Il bocage, un tipo di paesaggio piuttosto diffuso nella Francia prebellica, conserva qui, a oltre mille metri di quota, un’interessante varietà, formata da un reticolo di coltivazioni, prati e boschi che si rivela assai favorevole a una gran quantità di volatili, tra cui numersoi passeri comuni (averla, stiaccino, zigolo, quaglia, torcicollo…) il cui numero in Francia è talvolta in preoccupante diminuzione. La ricchezza è quindi data dalla rarità di esemplari!
Aigrette garzette - Damien Combrisson - PNE
FaunaLa ricchezza ornitologica
Trent’anni di meticolosi censimenti hanno permesso di identificare 220 specie diverse di uccelli presenti in valle. Una ricchezza eccezionale, sia per quanto riguarda la varietà del paesaggio (bocage, zone umide, boschi e alta montagna) che per la posizione del Champsaur: un territorio nord alpino ma decisamente aperto a sud verso Manse e Bayard, favorevole ai flussi migratori di garzette, alzavole, falchi cuculi, pigliamosche…
Prairie de fauche dans la vallée de Champoléon - PNE
FloraLe colture foraggere
Quando non sono stati sconvolte dalle moderne tecniche di fertilizzazione e di insilamento queste colture possono ospitare una cinquantina di specie vegetali. Le più importanti, quali il narcissus poeticus, la barba di becco, la salvia patensis, l’onobrychis, il botton d’oro rallegrano il paseaggio alternandosi con le loro diverse variazioni di colori.
Bollettino meteorologico
Profilo altimetro
Zone di sensibilità ambientale
Falco peregrino
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Julien Charron
julien.charron@ecrins-parcnational.fr
Aquila reale
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Julien Charron
julien.charron@ecrins-parcnational.fr
Gipeto
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- Parc National des Ecrins - Yoann Bunz- 06 99 77 37 65 yoann.bunz@ecrins-parcnational.fr
Aquila reale
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Julien Charron
julien.charron@ecrins-parcnational.fr
Aquila reale
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Julien Charron
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Aquila reale
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Julien Charron
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Aquila reale
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Julien Charron
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Falco peregrino
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Biancone
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Julien Charron
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Biancone
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Julien Charron
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Biancone
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Julien Charron
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Fagiano di monte - inverno
- Aree di attività interessate :
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- genfebmaraprdic
- Contatto :
- Fédération départementale des chasseurs des Hautes-Alpes :
Pierre-Frédéric Galvin : pierre-frederic.galvin@fdc05.com
Membre de l'Observatoire des Galliformes de montagne
Virginie Dos Santos : ogm.vds@gmail.com
Blandine Amblard : ogm.amblard@gmail.com
Fagiano di monte - inverno
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Pierre-Frédéric Galvin : pierre-frederic.galvin@fdc05.com
Membre de l'Observatoire des Galliformes de montagne
Virginie Dos Santos : ogm.vds@gmail.com
Blandine Amblard : ogm.amblard@gmail.com
Raccomandazioni
Fare riferimento alle raccomandazioni specifiche di ogni tappa.
En alpage, les chiens de protection sont là pour protéger les troupeaux des prédateurs (loups, etc.).
Lorsque je randonne, j’adapte mon comportement en contournant le troupeau et en marquant une pause pour que le chien m’identifie.
En savoir plus sur les gestes à adopter avec le dossier Chiens de protection : un contexte et des gestes à adopter.
Racontez votre rencontre en répondant à cette enquête.
Luoghi di informazione
Casa della valle dello Champsaur
, 05260 Pont-du-Fossé
Casa del Parco dello Valgaudemar
Ancien Asile Saint-Paul, 05800 La Chapelle-en-Valgaudemar
Casa del Turismo di Champsaur & Valgaudemar
Les Barraques, 05500 La Fare en Champsaur
Trasporto
Fermata a Saint-Firmin, sulla linea di bus Grenoble-Gap (a 2 km da les Paris)
Accesso stradale e parcheggi
Dalla N85 imboccare la D16 in direzione di Lallée, seguire la D16a e poi la D316. Imboccare la prima strada a destra dopo Entrepierre.
Parcheggio :
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