Tour du Vieux Chaillol – Tappa 2 di 5
Montée au refuge et lac de Vallonpierre
Montée au refuge et lac de Vallonpierre - © Parc national des Ecrins - Thibaut Blais
La Chapelle-en-Valgaudemar

2. Tour du Vieux Chaillol – Tappa 2 di 5

Storia ed architettura
Rifugio
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Tenete gli occhi bene aperti salendo al circo glaciale del Gioberney e verso il rifugio di Vallonpierre: potrete incontrare camosci, ammirare gigli martagone e tanti gigli rossi.

L’impegno per il notevole dislivello di questa tappa è ricompensato dall’attraversamento di diverse borgate con le caratteristiche tipiche della valle di Valgaudemar, il cui fascino culmina con il rifugio di Vallonpierre, sulla riva di un grazioso lago di montagna.


Descrizione

Attraversare la località La Chapelle-en-Valgaudemar tenendosi sulla riva sinistra della Séveraisse fino a un ponte in pietra in corrispondenza di Casset. Lasciare il borgo alla propria sinistra e proseguire sulla riva sinistra sino alla località di Bourg. Attraversare il ponte sulla Séveraisse e raggiungere il Rifugio del Sap percorrendo un antico sentiero che risale sulla riva destra. Scendere poi verso il rifugio del Xavier Blanc, dal quale si risale lungo la Séveraisse seguendone la riva destra e si attraversa in seguito il torrente Gioberney. Oltrepassati i ruderi del borgo del Clot si raggiunge il sentiero che attraversa il precipizio della Beaumette, lasciandoci a sinistra il sentiero chiamato “del Ministro”, proveniente dal rifugio del Gioberney. Dopo aver attraversato la Séveraisse si giunge al capanno Surette e si attraversano i prati dell’omonima località, giungendo ad una passerella che occorre percorrere per attraversare il torrente Vallonpierre. Risalire poi con numerosi tornanti la riva destra del torrente, fino a giungere al rifugio di Vallonpierre.

  • Partenza : La Chapelle-en-Valgaudemar
  • Arrivo : Vallonpierre
  • Comune attraversato : La Chapelle-en-Valgaudemar

12 I patrimoni da scoprire

  • Gagée jaune
    Gagée jaune - Cédric Dentant - PNE
    Flora

    Le colture foraggere

    Le colture foraggere circondano il paese di La Chapelle. Sfortunatamente questi prati, ricchi di fiori e insetti, sono sempre più sovente sostituite da prati temporanei, cioé seminati in alcune stagioni. L’innaffiamento di questi prati avviene ancora utilizzando i canali, sempre ben tenuti dagli utilizzatori con il sostegno del parco nazionale. Potrete ammirare la chiusa del canale della Grande Levée, poco lontano dal sentiero che si avvicina alla Sèveraisse. Questi canali sono molto importanti per il mantenimento della flora delle zone umide, come l’erba milza e la gagea, entrambe specie protette.

  • La cascade de Combefroide
    La cascade de Combefroide - Olivier Warluzelle - PNE
    Punto di vista

    Le cascate e i panorami sulla valle

    Lungo il percorso scoprirete le cascate di Combefroide e del Casset, sul versante a bacìo della valle. L’itinerario offre anche una graziosa vista panoramica sui lati est e ovest della valle della Sèveraisse, all’altezza della borgata di Casset. Dalla frazione del  Rif du Sap un bel profilo dalla valle testimonia l’erosione dei ghiacciai del quaternario.
  • Chapelle et maisons du hameau du Clot avant l'incendie de 1934
    Chapelle et maisons du hameau du Clot avant l'incendie de 1934 - Jean-Claude Catelan (collection)
    Storia

    Un percorso pieno di storia

    Il ponte del Casset è l’ultimo ponte antico a non essere stato portato via dalle piene della Sèveraisse. Sulla riva destra di questa magnifica opera detta “romana” vi è la frazione Casset, che deve il suo nome alla grande casse che la delimita. Questo paese, come quello di Bourg, fu parzialmente sommerso da una frana. Rif du Sap fu invece travolto da una valanga che nel 1944 spazzò via le case della parte altra della frazione. La frazione  Clot fu inondata nel 1928 e abbandonata completamente nel 1934, quando un incendio distrusse la quasi totalità delle abitazioni.
  • Itinéraire de Tirière vue sur la vallée de Valgaudemar
    Itinéraire de Tirière vue sur la vallée de Valgaudemar - Olivier Warluzelle - PNE
    Storia

    La toponimia del Valgaudemar

    Valgaudemar, nome altisonante dalle sillabe di bronzo che risuonano nelle nostre orecchie. Alcuni sostengono che questo nome evochi la valle di Maria: Gaude Maria "rallegrati, Maria", sebbene sia più credibile pensare che sia legato al nome Gaudemar, nome che fu portato tra gli altri dall’ultimo re di Burgondes (524), popolo germanico che invase queste regioni nel 406. Nei testi antichi si legge Vallis Gaudemarii dal 1284. Le leggende, la poesia e l’immaginazione distorcono spesso la ricerca dell’origine dei nomi.
  • Maison aux portes, Valgaudemar
    Maison aux portes, Valgaudemar - Stephan D'houwte - PNE
    Architettura

    Un habitat tradizionale

    Nelle borgate di Casset, Bourg e Rif du Sap si può trovare qualche vecchia casa tipica del Valgaudemar. Qualche tetto in paglia, "tounes" (ingressi a volta delle abitazioni), pavimentazioni in pietra… sono interessanti esempi di architettura che meriterebbero di essere conservati. Meno costosa e di più facile manutenzione, la lamiera ha progressivamente sostituito la paglia sui tetti.
  • Aigle royal
    Aigle royal - Robert Chevalier - PNE
    Fauna

    L’aquila reale

    Golden eagleTra La Chapelle e Le Clot non è raro osservare l’aquila reale in volo sui pendii soleggiati. Questo maestoso rapace dal piumaggio scuro talvolta arricchito con belle macchie bianche sotto le ali, durante l’estate si trova in compagnia del biancone, più piccolo e molto chiaro, e del grifone, più grande ma con la coda corta, che vive sovente in gruppo. Nulla di strano in tutto ciò, perché sui pendii a bacìo questi uccelli trovano correnti ascendenti termiche che permettono loro di volare in alto e percorrere grandi distanze.

  • Architecture traditionnelle
    Architecture traditionnelle - Yves Baret - PNE
    Architettura

    La toune

    Caratteristica architettonica del Champsaur-Valgaudemar, la toune è un portico con volta a botte che si trova sulla facciata principale dell’abitazione. Ripara l’ingresso della casa e della scuderia e permette talvolta di immagazzinare il materiale, come la legna, all’asciutto. La toune era sovente intonacata di bianco per riflettere il calore del sole. Gli abitanti della casa vi si sistemavano per fare piccoli lavori come ricamare e rammendare
  • Via Clause du Clot
    Via Clause du Clot - Dominique Vincent - PNE
    Picolo patrimonio

    La via clause

    In alcuni tratti del percorso camminerete tra due muretti di pietra. Queste "vie clause" sono state costruite per impedire agli animali domestici che salivano all’alpeggio di calpestare e mangiare l’erba dei prati che era loro destinata per l’inverno. La più notevole di tutte si trova all’uscita della vecchia borgata del Clot ed è stata recentemente restaurata dal Parco nazionale degli Ecrins.
  • Refuge du Clot Xavier Blanc
    Refuge du Clot Xavier Blanc - Dominique Vincent - PNE
    Rifugio

    Il rifugio del Clot Xavier Blanc

    Curioso che questo rifugio sia stato costruito sotto la strada che sale al Gioberney a una quota di soli 1397 m. Il fatto strano è che si trova in quel luogo da oltre un secolo, molto prima che la strada fosse costruita! In effetti, questa costruzione semplice e solida apparteneva alla Valgodemar Mining Company che sfruttava il ricco sottosuolo di questa zona estraendo rame e piombo argentifero. Quando le attività di estrazione cessarono, il CAF acquistò l’edificio e gli diede il nome di Xavier Blanc, in ricordo di uno dei soci fondatori del CAF, senatore delle Hautes-Alpes.
  • Traquet motteux
    Traquet motteux - Damien Combrisson - PNE
    Fauna

    Gli uccelli d’alta quota

    L’autunno è la stagione delle migrazioni. La montagna, con inverni troppo rigidi, perde temporaneamente i suoi abitanti. Alcuni di loro migrano verso quote più basse, in valle o sui litorali, come il sordone, il codirosso, l’organetto o il fanello eurasiatico. Altri partono per un lungo viaggio verso i paesi caldi. Il Sahara offrirà un inverno clemente al codirossone, allo stiaccino e al culbianco. La bigiarella sceglie invece l'oriente. E durante l’estate tutto questo bel mondo si ritrova in montagna, un rifugio in cui la biodiversità e la varietà di invertebrati è ancora preservata. Gli alpeggi collaborano alla riproduzione di tutte queste specie, decisamente in diminuzione e che vale la pena proteggere.
  • Vallon Plat, Col de Vallonpierre, Aiguille de Morges
    Vallon Plat, Col de Vallonpierre, Aiguille de Morges - Bernard Guidoni - PNE
    Geologia e geografia

    Geologia impressionnista

    Dalla chabournéite, un minerale endemico del Valgaudemar, alle rocce cristalline del gneiss del Sirac, dalla depressoine di Vallonpierre formata da rocce sedimentarie allo spettacolo offerto da scisto e carniola del  Col des Chevrettes, questo giro ad anello vi catapulta nella storia. Ondulazioni e colori si dipingono davanti ai vostri occhi come una tavolozza impressonista.
  • Le refuge de Vallonpierre
    Le refuge de Vallonpierre - Dominique vincent - PNE
    Rifugio

    Il rifugio di Vallonpierre

    Un laghetto, una bella prateria di alpeggio, il Sirac che veglia... l’atmosfera magica ispirò nel 1942 la costruzione di un rifugio a 2270 m di quota. Ma, vittima del suo successo, il rifugio fu sostituito nel 2000 da un altro, più grande, con 37 posti letto invece dei precedenti 22. Questo nuovo edificio è il primo rifugio moderno costruito senza materiali importati, ma con le pietre estratte dal luogo. La sua semplicità e il timpano in "pas de moineau" sono stati ispirati dal "piccolo rifugio", che è stato conservato e ospita l’aiuto gestore.

Bollettino meteorologico


Profilo altimetro


Zone di sensibilità ambientale

Lungo il percorso, attraverserai, legate alla presenza di una specie o di un ambiente particolare. In queste zone, un comportamento adeguato può contribuire alla loro conservazione.

Aquila reale

Aree di attività interessate :
, ,
Periodi di sensibilità :
genfebmaraprmaggiulugago
Contatto :
Parc National des Écrins
Julien Charron
julien.charron@ecrins-parcnational.fr

Gipeto

Aree di attività interessate :
, ,
Periodi di sensibilità :
genfebmaraprmaggiulugagonovdic
Contatto :
Parc National des Ecrins - Yoann Bunz- 06 99 77 37 65 yoann.bunz@ecrins-parcnational.fr

Raccomandazioni

Nel cuore del parco
Il Parco Nazionale è un territorio naturale, aperto a tutti, ma soggetto ad un regolamento che è utile conoscere per preparare il vostro soggiorno.


Luoghi di informazione

Casa del Parco dello Valgaudemar

Ancien Asile Saint-Paul, 05800 La Chapelle-en-Valgaudemar

http://www.ecrins-parcnational.fr/valgaudemar@ecrins-parcnational.fr04 92 55 25 19
Informazioni, documentazione e una reception con mostre permanenti e temporanee. La Maison du Parc è etichettato "Turismo e disabilità". Ingresso libero. Tutte le animazioni del Parco sono gratuite salvo indicazione contraria.
Saperne di più

Casa del Turismo di Champsaur & Valgaudemar

Les Barraques, 05500 La Fare en Champsaur

http://www.champsaur-valgaudemar.com/04 92 49 09 35
Aperto tutto l'anno: Lunedi a Venerdì dalle 9 alle 12 e ore 14 alle 18h.
Saperne di più

Trasporto

Navetta da Saint-Firmin a La Chapelle durante il periodo estivo. Prenotare almeno 36 ore in anticipo sul sito 05voyageurs.com o chiamando il 0033 (0)4 92 50 25 05. 


Accesso stradale e parcheggi

Dalla N85 seguire la D985a sino a La Chapelle-en-Valgaudemar.

Parcheggio :

Alla sede del Parco della Chapelle-en-Valgaudemar

Autore

Parc national des Ecrinshttps://www.ecrins-parcnational.fr

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